Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/558

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La «imperfetta» Centuria postuma, che Rodolfo Boccalini vagheggiava, non vide mai la luce; in quello stesso 1614 furon diffuse le occasionali ed arbitrarie raccolte della Cetra e della Pietra, poi le pagine dei ragguagli manoscritti caddero nell’oblio piú completo. Solo alla fine del Settecento Francesco Parisi, bibliotecario di Casa Borghese, pose l’occhio sul cod. A e lo fece oggetto di studio; nell’interno del primo piatto della legatura, in data i° dicembre 1784, egli appose una dichiarazione di suo pugno, rendendo noto di aver compiuto un raffronto sistematico fra il Ms. e le Centurie a stampa; a fianco dei 19 ragguagli del codice, che in quelle ebbero luogo, il Parisi appose infatti la relativa indicazione numerale e sottolineò con tratti di penna le non rare varianti della piú antica stesura manoscritta. I venticinque ragguagli restanti furono dal Parisi creduti inediti, essendogli sfuggita la stampa della Pietra che giá divulgava dieci dei ragguagli del codice, cosicché egli si accinse con tanto maggior zelo a preparare una pubblicazione integrale del Ms., dettando per essa una introduzione ricca di ignorate notizie biografiche, che si conserva mutila, in foglietti di minuta, nel cod. IV, 215 del fondo Borghese nell’Archivio Vaticano. Per cause ignote, anche questa edizione non giunse a vedere la luce.

A fornire dei Ragguagli l’edizione critica moderna, di cui tanto sentivasi la mancanza, nessuno appariva meglio preparato di Giuseppe Rua, che ai nostri scrittori politici dell’ultimo Cinquecento e dei primi decenni del secolo seguente aveva dedicato lunghi ed amorosi studi, sorretti da larga comprensione dei tempi, acume di senso critico e minuziosa pazienza di ricercatore, cimentata in archivi e biblioteche d’ogni parte d’Italia. Il capitolo denso e vivo da lui dedicato al Boccalini nella sua rassegna di quella letteratura politica, che s’intitola Per la libertá d’Italia, rimane una delle cose piú pensate e documentate della esigua bibliografia sul Lauretano. Quel libro è tuttavia anteriore di cinque e sette anni rispettivamente al comparire dei due primi volumi dei Ragguagli , da lui curati per la presente collezione, e solo indirettamente e per inciso tocca i temi che interessano la presente nota. Certo si è che il Rua ebbe presenti i maggiori codici boccaliniani (di B diede un cenno fuggevole, ma ben conobbe ed illustrò A, da cui pubblicò un ragguaglio inedito e otto sommari), e l’aver egli preveduto la pubblicazione di un terzo volume, da affiancare ai due primi, accogliendovi la Pietra del Paragone , fa pensare, data la