Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/559

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esiguitá di quella raccolta, ch’egli intendesse accompagnarla con la pubblicazione dei ragguagli inediti: quali e quanti ne conoscesse non si può dire, essendo riuscite vane le ricerche di eventuali suoi appunti da me compiute presso la Vedova del compianto studioso. Certo si è che solo molto piú tardi egli potè avere sott’occhio il cod. PÒ), né lasciò — ch’io mi sappia — alcuna notizia dell’importantissimo ritrovamento, cosicché, tanto per la parte del suo lavoro ch’egli lasciò compiuta, quanto per quella soltanto progettata, è lecito fare dei suoi intendimenti semplice congettura.

Per buona sorte, il metodo da lui seguito nel collazionare i testi dei due volumi affidati alle sue cure si riconosce con tutta chiarezza, anche ad un esame superficiale, ed è d’altronde quello che la situazione dei medesimi suggerisce nella maniera piú ovvia. Comunque infatti si riesca a documentare, anche attraverso ritrovamenti futuri, il travaglio redazionale da cui nacquero le prose dei Ragguagli , è indubbio che la stampa, curata direttamente e con particolari attenzioni dall’autore, accolse di esse l’elaborazione ultima, la forma definitiva. Anche se il Boccalini avesse voluto ritoccare dopo la pubblicazione le sue pagine ormai divulgate, la morte prematura, che lo colse a soli due mesi dalla stampa della Centuria II, sopravvenne a impedirglielo. La stampa veneziana Farri-Barezzi documenta pertanto il testo definitivo dei Ragguagli, quello cioè che può essere con sicurezza preferito a qualunque altra redazione anteriore conservata dai manoscritti, anche allorché queste ultime, per maggiore diffusione o piú aperto linguaggio, possono apparire piú aderenti al genuino pensiero dell’autore. Cosi stando le cose, bene fece il Rua a trascrivere con la massima fedeltá l’edizione originale, che, essendo singolarmente corretta, richiede solo rare emendazioni di palesi errori di stampa. Ad essa mi sono attenuto, rinnovando il sistematico raffronto, per la presente «nuova edizione» delle due prime Centurie , ma ho voluto inoltre far si che il lettore potesse avere sott’occhio le superstiti redazioni anteriori, ed ho pertanto coliazionato coi codici tutti i ragguagli delle Centurie che ebbero diffusione manoscritta prima della stampa definitiva, registrando nelle annotazioni ogni

(i) Lo schedario della Biblioteca registra ch’egli ebbe a studiarlo fra l’ottobre 1926 ed il gennaio 1927. I due volumi curati dal Rua non offrono annotazioni, né la consueta «Nota», ch’egli destinava evidentemente al volume terzo.