Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/59

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cesse sapere a quegli ambasciatori, che, se nel termine di due ore non partivano dal porto di Pindo, egli risolutamente avrebbe fatto gettar a fondo la nave con il cannone, perché era risolutissimo di non voler veder in faccia uomo alcuno di quella imprudentissima nazion siciliana, che era stata prima autrice di quei grandissimi scandali, che a lei e agli altri popoli d’Europa aveano apportate somme miserie; perc.ioché, i Siciliani essendo stati i primi che alla luce del mondo aveano posto la nazion spagnuola, prima affatto incognita all’Italia e all’altre provincie d’Europa, quando con risoluzione funestissima si sottoposero ai re aragonesi, aveano anco dato principio a quella funesta e crudel tragedia, della quale se li prencipi italiani sapessero qual fine sia per aver l’ultima scena dell’atto quinto, perpetuamente digiunerebbero e con le ginocchia ignude starebbero in continue orazioni, affine d’impetrar l’aiuto divino per liberar loro stessi da quei mali, che chiaramente si conosce che con unguenti umani piú non possono essere medicati. Replicò allora il Fazzello, che non i Siciliani, ma che la regina Giovanna seconda, con la sempre deploranda adozione di Pietro d’Aragona, avea cagionato i presenti mali del dominio spagnuolo in Italia, e che contra quella imprudente e impudica donna con molta ragione potea Sua Maestá sfogar li odi suoi. A questo rispose Apollo, che quei, che delli occulti pensieri dei cuori de’ prencipi non aveano l’esatta cognizione che avea egli, della presente servitú d’Italia incolpavano quella reina, ma che la veritá stava altramente, perché chiara cosa era ch’ella non mai per difendersi dai re francesi sarebbe caduta nel fallo d’adottarsi un re spagnuolo, se prima non lo avesse veduto potente per lo dominio del regno di Sicilia; e che i re aragonesi non cosi tosto furono chiamati alla signoria di quell’isola, che sopra l’Italia fecero tutti quei disegni, che per grandissimo flagello degli Italiani purtroppo felicemente sono loro riusciti ; e che tutti erano cosi sicuri demeriti dei Siciliani, che il cercar di minuir le calamitadi nelle quali purgavano i peccati dell’imprudenza loro cosi era specie grandissima d’empietá, come atto di somma caritá