Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/66

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mortiti e, credendosi che le Indie occidentali fossero state consumate dal fuoco o sommerse dalle acque, fortemente temeano i medesimi mali; per le quali afflizioni il popolo tutto di Parnaso, che si trovava in sommo spavento, con abbondantissimi pianti e con singulti e urli non piú uditi, ad alta voce gridava misericordia e con umilissimi prieghi faceva instanza a Sua Maestá, che si degnasse di propalar a’ suoi devoti sudditi quali fossero quei mali, da’ quali doveano supplicar l’immortale Iddio di essere liberati. Allora dalla medesima reai casa d’Apollo fu udita uscir la seconda voce, la quale fece sapere ad ognuno che i cani, che per guardar gli armenti dai lupi li Spagnuoli avevano traghettati nelle Indie, erano divenuti lupi tanto rapaci, che in divorar le pecore avanzavano la voracitá e la crudeltá delle stesse tigri. Dopo avviso tanto infelice fu udito un pubblico pianto di tutti li letterati, amaramente dolendosi ognuno che, se i cani posti alla cura delle pecore divenivano lupi tanto rapaci, che divoravano gli armenti, a quali guardiani per l’avvenire i pastori doveano dar le pecore loro in custodia? E gli armenti rimanendo senza la sicura guardia dei cani, tanto fedeli ai pastori loro, come era possibile che nel mondo non fosse venuta meno la specie delle pecore, infelicissime sopra tutti gli altri animali, poiché doveano essere preda dei lupi nemici e dei cani amici? Mentre le nazioni tutte di Parnaso per lo spavento grande che aveano cadevano quasi morte in terra, soli i Fiamenghi e gli altri popoli dei Paesi Bassi furono veduti intrepidi correr per Parnaso, animando ognuno a pigliar cuore e a non perdersi d’animo, dicendo che non si trovava sorte alcuna di calamitá minacciata altrui, che con le risoluzioni grandi fatte dagli animi intrepidi felicemente non si potesse schivare; onde i Fiamenghi ad alta voce faceano saper ad ognuno, che anco nelle patrie loro i cani, che i pastori di Spagna aveano mandati in guardia della greggia fiamenga, erano divenuti lupi tanto rapaci, che con immanitá ferina divoravano le pecore, e che avrebbono consumato tutto l’armento Ramengo, se con il risentimento di quella coraggiosa deliberazione,.che era nota