Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/69

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bei complimenti di parole, chiaramente conobbero tra esse esser seguita perfetta e reai riconciliazione. Alla memoria degli uomini giá mai in Parnaso è seguita altra pace e concordia, che a questi virtuosi abbia dato stupor maggiore e mossa piú ardente curiositá di saper la vera cagione di tanta novitá; e e percioché i filosofi, i poeti e gli altri letterati in qualsivoglia scienza, nell’arte di saper penetrar i veri fini delle occulte risoluzioni, che fanno i prencipi grandi, camminano al buio, ricorsero all’universitá dei politici, propria professione de’ quali è, con il lume dell’esatta cognizione che hanno degli interessi di tutti i potentati, saper penetrare «abditos principimi sensus et quod occultius parant» (0, da’ quali ebbero questa risposta: che la Reina d’Italia, allora che i Francesi soggiogarono Napoli e pretendeano Milano, per assicurar la sua libertá dall’armi di cosi potente nazione fu sforzata congiungersi con la Monarchia spagnuola; ma che, avvedutasi poi che anch’essa, dopo gli acquisti che fece del regno di Napoli e del ducato di Milano, con ambizion piú intensa, con artifici piú cupi e con macchinazioni piú fraudolente degli stessi Francesi, ambiva il dominio di tutta Italia: e che per giunger a questo fine, nella minoritá de’ figliuoli del re Enrico II, si pose a travagliar la Francia: e che per ruffiani di tanta ambizione e per ministri della pubblica servitú d’Italia si serviva d’alcuni principali, ma poco accorti prencipi italiani, cosi crudelmente cominciò ad odiarla, che con ogni sorte di macchinazione l’una cercò il precipizio dell’altra; ma che poi, per l’infelice fine che ultimamente ha avuto il negozio della permutazione di Sabioneta, la Monarchia spagnuola essendosi chiarita che l’acquisto di tutta Italia è desiderio impossibile, negozio affatto disperato, avea dato bando a quella ambizione di dominarla tutta, alla quale prima tanto s’era data in preda; e che, accortasi che la maggior parte de’ suoi travagli in Fiandra e altrove erano nati da questi pensieri tanto ambiziosi, per assicurar le cose proprie affatto si era chiarita non

(i) [Tacito, libro VI degli Annali, cap. 8.J