Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/74

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di regnare sopra la terra, aveano fatto correr fiumi di sangue umano. E venendo il sapientissimo consiglio de’ letterati ai particolari, disse che sommamente desiderava che si disputassero e si risolvessero le presenti questioni : se la pietá cristiana ammette l’ipoteca speciale, che la violenza della spada si ha usurpata sopra gli Stati altrui ; se un principato con l’armi e con le frodi rubato ad un altro prencipe cristiano con buona coscienza possa esser posseduto e trasmesso agli eredi da un prencipe che abbia il vero timor di Dio; e se il termine di dominar un regno di conquista con il solo fine di disertarlo, d’impoverirlo e distruggerlo, per signoreggiarlo senza gelosia, possa esser praticato da chi è nato nella fede cristiana; e se tanto aver esaltata la ragion di Stato, che ella empiamente calpesti le leggi umane e divine, sia piú detestabile ed esecranda idolatria, che adorar la statua di Nabucodonosor e il vitello d’oro. In ultimo disse il collegio, che allora affatto si sarebbono compiti li desideri loro, quando si fosse trovato un teologo tanto timorato d’iddio, che con li scritti suoi cosi dal mal operare avesse spaventato i prencipi, come, e certo con grandissime fatiche, molti aveano atterriti gli uomini privati, percioché cosa troppo strana parea loro, che infiniti dotti teologi tanto si fossero affaticati a ragionar del minuto conto che i bottegai anco delle parole oziose devono render alla Maestá di Dio, e avessero poi omesso di far menzione di quegli eccessi gravissimi, che commettono i prencipi grandi, quando, con gli eserciti armati rubandosi gli Stati, mandano in ultima perdizione le cose sacre e le profane; e che con maggior beneficio del genere umano e con premi piú eterni li sommisti averebbono discorso sopra le azioni di Lodovico duodecimo e di Francesco primo, amendue re di Francia, di Ferdinando re d’Aragona, di Carlo quinto imperadore, l’anime de’ quali si erano partite da questo mondo con la grave soma di mezzo milione d’omicidii, tutti commessi per ambizion di regnare, de’ quali doveano render molto minuto conto alla Maestá di Dio, che empir i volumi dei peccati veniali delle persone private: tutte cose che grandemente erano necessarie