Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/84

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RAGGUAGLIO XXVI

Il signor conte di Fuentes viene ammesso in Parnaso.

Il signor don Pedro Enriquez Gusman, conte di Fuentes, con severissima censura dell’ultimo concistoro dei virtuosi è stato admesso in Parnaso, mercé che la Maestá di Apollo molto esattamente volle chiarirsi se quell’uomo, il quale per piú anni aveva governato il nobilissimo ducato di Milano, aveva dato disgusto alcuno a quei virtuosi italiani che, per la mirabil feconditá dell’ingegni loro nati all’invenzione di cose eleganti, meritamente vengono da Sua Maestá chiamati primogeniti delle buone lettere; e sebbene, tra le altre opposizioni che furono fatte a quell’uomo insigne, grandissimo pregiudizio gli avesse arrecato l’accusa di aver in Milano, piú che al governo dei popoli, atteso alla dannosa agricoltura di seminar zizzanie e piantar gelosie, le quali avevano renduti al suo re nemici quei prencipi italiani, l’amicizia de’ quali con ogni sorte d’artificio dovea procacciare, nondimeno superò tutte le difficoltá delle accuse piú gravi la concludentissima pruova, che fu prodotta, egli esser stato in Italia offizial spagnuolo inimico del denaro e avidissimo del guadagno della riputazione: cosa che da tutto il sacro collegio dei virtuosi fu riputata mostro di natura, portento singolare. Per le quali cose il Fuentes fu da Sua Maestá dechiarato degno della stanza di Parnaso con tutte le grazie, le prerogative, gli onori, i salari e gli emolumenti conceduti prima al duca d’Alva, all’ingegno del quale giudicandolo Sua Maestá molto simile, comandò che per gloria e reputazione dell’onorata nazion spagnuola questi personaggi, ambedue avidi della gloria, valorosi con la mano, sagaci tanto con il consiglio, che è opinione che ambedue, per ambizione di avanzarsi nelle fazioni di guerra, avessero cercato in Fiandra e in Milano convertire la pubblica pace in perpetua guerra, facessero camerata insieme; solo di piú concedè al conte la