Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/173

Da Wikisource.

l68 RAGGUAGLI DI PARNASO Mi faceva creder vero questo mio pensiero, il vedere che il fulmine celeste di sommo spavento è agli uomini, ancor che essi sappino che, essendo Iddio tutto misericordia, fa udir piú tuoni per spaventare il genere umano, che saette per punirlo: che nondimeno molti, veduto che hanno il lampo che precede il fulmine, corrono ad ascondersi nelle piú oscure grotte, e altri fino hanno fabbricato camere di ferro per assicurarsene. Per le quali cose io fermamente credeva che giammai non si fosse trovata temeritá né ardir d’uomo tanto crudele e spietato nemico di se stesso, che contro un fulmine terrestre, in tutte le sue parti similissimo al celeste e con artificio e diligenza grande dirizzato contro la vita degli uomini per ucciderli, non per spaventarli, avesse avuto cuore di far la fiera e disperata risoluzione di esporre il ricco e prezioso tesoro della vita al manifesto pericolo di morir di fuoco. Se poi è succeduto il contrario di quello che io ho creduto, e se il genere umano, in superlativo grado pazzo, fiero contro il suo sangue, immane contro le sue carni, è arrivato al termine di cosi crudele sciocchezza, che, per ambizione di parer bravo, fino per delizia va contro le cannonate, devo io portar le pene della temeritá e bestialitá altrui? — La difesa del tedesco talmente commosse l’animo di Apollo, che, convertendo la pena in grazia, comandò ch’egli piú tosto fosse premiato che castigato; e con le lacrime negli occhi disse che, per l’atroce bestialitá di quelli che ardiscono di far la crudel risoluzione di vender la vita loro per lo vilissimo prezzo d’un giulio il giorno, era forzato ad amare che ogni giorno piú crescessero le crudeli invenzioni di presto estirpar dal mondo cosi fetente carogna, cosi diabolica semente dalla terra, che indegnamente pasce uomini tanto perniziosi ; e poiché né il ferro né il fuoco erano sufficienti per liberar il mondo da questi crudeli macellai della carne umana, instantissimamente supplicava la maestá del suo creatore, che di nuovo aprisse le cataratte de’ cieli, e quanto prima versasse i nuovi diluvi delle acque sopra la terra, per spiantare dal mondo, senza però offendere gli amatori della pace, quegli scelerati che, scordatisi dell’obbligo che hanno di moltiplicare il genere umano, si son dati al crudel mestiere di annichilarlo col ferro e col fuoco.