Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/174

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RAGGUAGLIO XXXXVII La Monarchia romana, chiedendo a Cornelio Tacito la risoluzione di un suo dubbio politico, piena soddisfazione riceve da Melibeo pecoraio, che a caso si trovò ivi presente. La serenissima Monarchia romana, quella che, prima che dalle barbare nazioni settentrionali fosse calpestata, in quella sublime grandezza visse in questa corte di Parnaso, alla quale altra umana virtú non ha potuto giunger mai, sotto colore di andare a caccia, in abito sconosciuto, fu l’altro giorno a ritrovare l’eccellentissimo signor Cornelio Tacito, che per sua ricreazione si era ritirato in villa; al quale disse di esser andata a lui, solo per chiederli la risoluzione di un dubbio grandissimo che perpetuamente le escruciava l’animo: quale avendo conferito con altri politici grandi, da essi non aveva riportata quella soddisfazione che sperava ricever da lui, sommo statista e arcifanfano di tutta la moderna politica. E che il caso che grandemente le travagliava l’animo, era che i regni di Francia, di Spagna, l’Egitto, la Soria, la república di Cartagine e gli altri Stati immensi ch’ella possedette nell’Asia, nell’Affrica e nell’Europa, prima che si fossero uniti a lei, per loro stessi erano formidabili ad ognuno; ma che, tutti uniti che furono nella sua persona, invece di renderla cosi gran monarchia, che in un sol giorno avesse potuto assorbire chi meno poteva, piú tosto le erano serviti di debolezza, che le avessero accresciute le forze; cosa che tanto maggiormente le pareva strana, quanto, evidentemente conoscendosi che molte fila facevano un ben forte canapo e molte sottili verghe una grossa trave, infiniti principati uniti insieme non aveano formato quella eterna e gran monarchia che altri si era dato a credere. A questo rispose Tacito che il quesito era gravissimo, e che però* egli aveva bisogno di maturamente essere consultato: e che il giorno appresso sarebbe ritornato in Parnaso, dove da un’occhiata che avrebbe data ai tesori politici de’ suoi Annali e delle sue Istorie, gli dava l’animo