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ragguagli di parnaso 219


RAGGUAGLIO LXII

Molti popoli, consumati da’ lussi delle mense e dalle pompe del vestire, per moderar tanti dispendi, chieggono la prammatica ai prencipi loro; e non l’ottengono.


I popoli soggetti ai prencipi che risiedono in Parnaso, essendo venuti in cognizione che i lussi e le vanitadi del vestir moderno talmente sono cresciute, che non si trova patrimonio, per grande ch’egli si sia, che la vanita delle donne e l’ambizione degli uomini in poco tempo non mandino in ultima perdizione, e chiaramente conoscendo che i disordini delle pompe, giá salite tant’oltre, che l’intiera dote, ancorché esorbitantemente grande, non arriva a comprar le sole gioie per una giovane che si marita, sono la sola cagione perché i padri piú non possono maritar le figliuole loro; ed essendosi anco notato che le delizie della gola da alcuni anni in qua cosí bruttamente si sono avanzate, che la moderna crapula diserta quelle famiglie che l’antica parsimonia fece grandi, pochi giorni sono di comun consenso si presentarono tutti avanti i prencipi loro, a’ quali fecero stretta instanza che qualche utile rimedio si porgesse all’evidente rovina loro. Gratissima a tutti i prencipi fu la risoluzion fatta da’ popoli loro; e allora fu che conobbero verissimo quello che hanno scritto molti, che le prammatiche solo allora devono esser pubblicate a’ popoli, che essi stessi instantemente le ’chieggono: poiché, quando contro lor volontá sono comandate, rade volte producon frutto buono, mercé che la prodigalitá non prima spaventa i scialacquatori, che essi in faccia non abbiano veduto l’orrendo e spaventevol mostro della povertá. Tutti i prencipi dunque di comun consenso, da uomini intendentissimi, fecero far molto eccellenti prammatiche: nelle quali, risecati i lussi e le cose superflue, solo si vedeva il decoro e la riputazione del vestir onorato, e v’era il gusto e le delizie del mangiar per vivere, non di crapular per mandar in