Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/279

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del petto infistolito. Ma, signori miei, poiché cosi vuole il comandamento di Apollo, cosi ci violenta la nostra riputazione e cosi ricerca da noi la caritá che dobbiamo avere verso l’etá nostra tanto afflitta, leviamoci, vi priego, dal volto la maschera del rispetto, che fin ora vi abbiamo portata tutti, e parliamo libero. Sempre tra gli uomini ha regnato il disordine gravissimo, che tanto domina di presente e che piaccia alla maestá di Dio che anco non sia per regnare nelPavvenire, che mentre gli uomini potenti coi vizi loro detestandi hanno sconcertato il buon vivere del genere umano, con le universali riforme poi si cerca riordinarlo emendando i difetti de’ privati. Ma non sono, ancorché, io lo confesso, mali gravi, le falsitadi, le avarizie, le superbie e le ipocrisie degli uomini privati, i vizi che tanto hanno depravato Petá nostra; perché le leggi santissime, ad ogni delitto, ad ogni brutta azione altrui avendo posto pene gravi, il genere umano cosi ubbidiente si vede verso le leggi, cosi timoroso della giustizia, che pochi ministri di lei fanno tremare e tengono a freno i milioni degli uomini, e nella pace si vive con tanta tranquillitá, che il ricco senza suo gravissimo pericolo non può opprimere il povero, e ognuno con Poro scoperto in mano cosi di giorno come di notte anco per le piú folte foreste, non che per le pubbliche strade, cammina sicuro. Ma le pericolose infermitá del mondo manifestamente si scuoprono allora che la pubblica pace si áltera: onde siamo forzati confessar tutti che l’ambizione, l’avarizia e la diabolica ipoteca speciale che la spada di alcuni prencipi potenti si ha usurpata sopra gli Stati di chi meno può, è la vera pietra degli scandali che tanto travaglia il presente secolo. Questa, signori, ha empiuto il mondo di odi, di sospettile l’ha bruttato di tanto sangue, che gli uomini, creati dalla maestá di Dio con un cuor umano, con un genio civile, sono divenuti crudelissime fiere che tra esse con ogni sorte di immanitá si dilaniano. Mercé, signori, che l’ambizione di questi ha cangiata la pubblica pace in una crudelissima guerra, la virtú ne’ vizi, la caritá e Pamor del prossimo in odi tanto intestini, che dove al leone i leoni tutti paiono leoni, solo agl’inglesi lo scozzese, agli alemanni l’italiano, agli