Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/280

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spagnuoli il francese, agl’italiani l’alemanno, lo spagnuolo, il francese e ogni altro straniere, non uomini, non fratelli, come sono, ma paiono animali di altra specie. Di maniera tale che, per F inesplebile ambizione degli uomini potenti dalla forza bruttamente essendo stata oppressa la giustizia, il genere umano, nato, allevato e lungo tempo vissuto sotto il governo di santissime leggi, ora fieramente incrudelito contro sé, vive col fiero instinto delle fiere di opprimere chi meno può; Il furto, signori, delitto sopra tutti gli altri sceleratissimo, e tanto perseguitato dalle leggi, che, solo commettendosi in un vuovo, porta seco la pena capitale, e che tanto infama chi lo commette: a tanta cecitá la scelerata ambizione di regnare ha condotti gli uomini potenti, che il rubare con ogni sorte di perfidia gli Stati altrui, non ribalderia esecranda, come veramente ella è, ma stimano mestiere nobilissimo e solo degno di re: e lo stesso maestro delle politiche empietá, Tacito, per cattivarsi la buona grazia de’ prencipi, non si è vergognato di pubblicar al mondo che « in summa fortuna id cequius quod validius, et sua retinere privata domus, de alienis certare regiam laudevi esse » (x). Se quello, sapientissimi signori, è vero, che verissimo confessano i politici tutti, che i popoli sieno scimmie de’ prencipi, come in tanti vizi di quei che comandano, virtuosamente sapranno viver quieti quelli che ubbidiscono? Il tórre, signori, un regno ad un prencipe potente è negozio grave che non può farsi da un uomo solo; e — notate quanto la sete del dominare può in un animo ambizioso — per conseguire il fine di cosi brutto intento, hanno fatta una raunanza di uomini armati, i quali acciò non temino la vergogna che altrui arreca il rubare le facultadi del suo fratello, l’ammazzare gli uomini e l’abbruciare le cittadi, il nome vergognoso di ladro hanno convertito in quello di coraggioso soldato, quello di scelerato ladrone in valoroso capitano. E quello che aggrava tanto disordine è che per difender gli Stati propri dalla rapacitá di queste arpie, anco i prencipi buoni sono stati forzati precipitar ne’medesimi inconvenienti; perché questi e (1) Tacito, libro 15 degli Annali.