Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/95

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a’ popoli, diligentissimamente avrebbe imitato il prencipe passato, e che sommamente l’avrebbe abborrito in quelle che si fosse avveduto eh’erano dispiaciute. Poi soggiunse Tacito che quello ch’egli avea detto era il sugo spremuto da tutta la vera politica, e la quinta essenza da lui lambiccata e solo escogitata dal suo cervello, e che in somma confidanza avea conferito loro tanto secreto; il quale quando fosse stato divolgato per le piazze, che anco i bottegai e gli uomini piú dozzinali averebbono saputo reggere i regni e governar gl’imperi. Sommo contento a quegli ambasciadori diedero le parole di Tacito: i quali l’accertarono che la elezione sarebbe caduta in lui; solo l’avvertirono che, quando egli fosse stato creato lor prencipe, li faceva bisogno parlar con parole piú ordinarie per farsi bene intendere dal popolo di Lesbo, che non aveva le molte lettere di quelli di Parnaso. Alla quale instanza rispose Tacito che ad un suo pari, che faceva la diffidi professione di dir piú sentenze che parole, era necessario parlar oscuro; poiché i sensi sentenziosi e i precetti politici grandemente perdevano di riputazione quando erano detti in latino triviale, e che egli a fine di non comunicar con la vii canaglia della plebe quella scienza politica qual solo doveano possedere i re grandi, usava tal modo di ragionare: che però i suoi concetti solo erano intesi da quei piú elevati ingegni, che avevano palato cosi delicato che sapeano gustarli ; che nondimeno, per universal benificio anco de’ poco intendenti, per suoi interpreti avrebbe menati seco il Mercero, il Lipsio, Fulvio Orsino: e che fino d’Italia averebbe fatto venir il gentilissimo Curzio Picchena, il quale il granduca di Toscana Ferdinando, ch’era il miglior scolare che giammai fosse uscito dalla scuola tachista, in ogni occasione di suo bi^:no gli aveva offerto. Per queste promesse soddisfattissimi ritornarono gli ambasciadori in Lesbo; e tale fu la relazione che fecero della portentosa prudenza di Tacito, che con applauso infinito di tutto il popolo egli subito fu eletto e dichiarato prencipe. Ma in tutto contraria all’universal aspettazione che si aveva di lui fu la riuscita che nel governo del suo prencipato fece Tacito: percioché, poco dopo ch’egli ebbe pigliato il possesso di quella signoria, tra la nobiltá e il popolo