Pagina:Boccella, Cristoforo - I 3 libri dell'arte amatoria ed il libro de'remedi d'amore (traduzione Ars Amandi di Ovidio).djvu/11

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Visiterai pur anco i luoghi, dove 1
In atto di far strage de’ Consorti
Effigiate son 1' empie Oanaidi;
E il lor Padre crudel, che nudo tiene
L’acciajo micidial nell’empia destra;
Nè il Tempio oblia, u' Venere la morte
Plora del caro Adon, nè il giorno Sabbato
Sacro al culto giudeo. Sarà tua cura
A’ menfitici templi esser presente 2
Della liniger’Iside; seconda
I voti questa Dea delle fanciulle.
Che desian donne diventar, com’ essa.
Lo fu di Giove. Fra i clamori alterni
Del Foro strepitoso ( e chi mai fede
Prestar ci puote? ) Amor talvolta trova
Atto alle fiamme sue pascolo ed esca.
In quella parte ove s’innalza al cielo 3
L’onda d’Appio, che giace appiè del Tempio
Di ricchi marmi adorno, a Vener sacro,
Prigioniero d’Amore è l’Avvocato,

  1. Il portico d'Apollo palatino fabbricato da Augusto in una parte della sua casa era adornato di quanta immagini rappresentanti la strage, che de' proprj Mariti fecero le Danaidi per comando di Danao loro padre.
  2. Si adorava Iside figliuola d’Inaco in Menfi Città d’Egitto, donde furono trasportati in Roma i suoi sacrific). Fu questa amata impudicamente da Giove, il quale la cangiò per timor di Giunone in una Giovenca, e poi la restituì agli Egiziani nella sua pristina forma. Ella e i suoi sacerdoti andavano coperti di lino e però si chiamava lingera.
  3. Appio Censore condusse l' acqua nel Foro di Cesare; e d’architettura d’Archelao fu ivi innalzato a Venere un Tempio, che per somma fretta poi rimase imperfetto.