Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/135

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[St. 55-58] libro i. canto vi 125

        Ma poi che vede il cel tutto stellato,
     E che Ranaldo pur non è apparito,
     Credendo certamente esser gabato,
     Ritorna al campo tutto invelenito.
     Diciam de Ricciardetto adolorato,
     Che, poi che vede il giorno esserne gito,
     E che non è tornato il suo germano,
     O morto, o preso lo crede certano.

        De l’animo che egli è, voi lo pensati;
     Ma non lo abatte già tanto il dolore,
     Che non abbia i Cristian tutti adunati,
     E del suo dipartir conta il tenore;
     E quella notte se ne sono andati.
     Non ebbeno i Pagani alcun sentore;
     Chè ben tre leghe il sir di Montealbano
     Dal re Marsilio aloggiava lontano.

        Via caminando van senza riposo,
     Fin che son gionti di Francia al confino.
     Or tornamo a Gradasso furïoso:
     Tutta sua gente fa armare al matino.
     Marsilio da altra parte è pauroso,
     Chè preso è Ferraguto e Serpentino,
     Nè vi ha baron che ardisca di star saldo:
     Fugirno i Cristïan, perso è Ranaldo.

        Viene lui stesso, con basso visaggio,
     Avante al re Gradasso ingenocchione;
     De’ Cristïani raconta lo oltraggio,
     Che fuggito è Ranaldo, quel giottone.
     Esso promette voler fare omaggio,
     Tenir il regno come suo barone;
     Ed in poche parole èssi acordato;
     L’un campo e l’altro insieme è mescolato.

6. Mr. esser — 24. T. Fuggitteno, Ml. Fugiti eno. — 30. T. e Mr. il suo. — 31. Ml.e Mr. e se acordato; P. s'accordaro. — 32. P. insieme mescolaro.