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150 orlando innamorato [St. 7-10]

        In questa logia il cavalliero intrava.
     Di belle dame ivi era una adunanza;
     Tre cantavano insieme, e una suonava
     Uno instrumento fuor de nostra usanza,
     Ma dolce molto il cantare acordava;
     L’altre poi tutte menano una danza.
     Come intrò dentro il cavalliero adorno,
     Così danzando lo acerchiarno intorno.

        Una di quelle con sembianza umana
     Disse: Segnor, le tavole son pose,
     E l’ora della cena è proximana.
     Così per l’erbe fresche et odorose
     Seco il menarno a lato alla fontana,
     Sotto un coperto di vermiglie rose:
     Quivi è apparato, che nulla vi manca,
     Di drappo d’oro e di tovaglia bianca.

        Quattro donzelle se fôrno assettate,
     E tolsen dentro a lor Ranaldo in megio.
     Ranaldo sta smarito in veritate;
     Di grosse perle adorno era il suo segio.
     Quivi venner vivande delicate,
     Coppe con zoie di mirabil pregio,
     Vin di bon gusto e di suave odore:
     Servon tre dame a lui con molto onore.

        Poi che la cena comincia a finire,
     E fôr scoperte le tavole d’oro,
     Arpe e lëuti se poterno udire.
     A Ranaldo se acosta una di loro,
     Basso alla orecchia li comincia a dire:
     Questa casa real, questo tesoro
     E l’altre cose che non pôi vedere,
     Che più son molto, sono a tuo piacere.

18. T. alhor R.