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270 orlando innamorato [St. 3-6]

         E se incontrarno insieme e due baroni,
     Che avean possanza e forza smisurata,
     E nulla se piegarno delli arcioni,
     Nè vi fo alcun vantaggio quella fiata.
     Poi se voltarno a guisa de leoni;
     Ciascun con furia trasse for la spata,
     E cominciâr tra lor la acerba zuffa.
     Or l’altra gente gionge alla baruffa;

         Sì che fu forza a quei duo cavallieri
     Lasciar tra lor lo assalto cominciato,
     Benchè se dipartîr mal volontieri,
     Chè ciascun se tenea più avantaggiato.
     Il conte se retira ai suoi guerreri,
     Brandimarte li è sempre a lato a lato;
     Oberto, Chiarïone et Aquilante
     Sono alle spalle a quel segnor de Anglante.

         Et è con loro il franco re Adrïano,
     Segue Antifor e lo ardito Grifone,
     Et in mezo di questi il re Ballano.
     Or la gran gente fora di ragione
     Per monte e valle, per coste e per piano,
     Seguendo ogni bandiera, ogni pennone,
     A gran roina ne vien loro adosso,
     E con tal crido, che contar nol posso.1

         Dicean quei cavallier: Brutta canaglia,
     E’ vostri cridi non varran nïente;
     Vostro furor serà foco di paglia,
     Tutti sereti occisi incontinente.
     Or se incomincia la crudel battaglia2
     Tra quei nove campioni e quella gente;
     Ben se puotea veder il conte Orlando
     Spezzar le schiere e disturbar col brando.

  1. Ml. e Mr. E con tanto; P. Con tanto.
  2. Ml., Mr. e P, crudel.