Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/384

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374 orlando innamorato [St. 31-34]

         E sì crudel battaglia han cominciata,
     Che un’altra non fu mai cotanto dura;
     Nè mai chiesen ripossa alcuna fiata,1
     Nè di doglia o de affanno alcun si cura.
     La faccia avea ciascun tanto infiammata,
     Che solo a riguardarli era paura;
     E, chi mirava da lontano un poco,
     Parea che fuor de l’elmi uscisse foco.

         Nè si scorgìa vantaggio di nïente,
     Benchè meglio Grifone fosse armato.2
     Cresce d’ognor lo assalto più fervente,
     Qual già presso a cinque ore avea durato.
     Dicea Ranaldo: O Cristo onnipotente,
     Se bene in altra cosa aggio peccato,
     Non ne volere in questo far amendo,
     Chè adesso il dritto e la ragion diffendo!

         Tu sai, Segnor, se iusta è la mia impresa,
     Chè a te menzogna se direbbe in vano;
     Grifon de un Saracino ha la diffesa
     Contra di me, che pur son cristïano.
     Per un can Saracin lui fa contesa,3
     Crudele, iniquo, perfido e inumano:
     Fa, re del ciel, che chiaro ora comprenda
     Che la iustizia per te se diffenda.

         Così parlava; et ancora Grifone,
     Tuttavia combattendo a gran ruina,
     Mirava al celo con devozïone.
     Vergine (dicea lui), del cel regina,
     Abbi del mio fallir compassïone,
     Nè abandonar questa anima tapina!
     Che, benchè in altre cose aggia peccato,
     In questo è pur il dritto dal mio lato.

  1. Ml. e T. chieser. Ml. e Mr. ripossa.
  2. Mr. sia; P. A benchè meglio G. sia.
  3. P. quel fa.