Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/385

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[St. 35-38] libro i. canto xxi 375

35 Sempre parlai con Ranaldo de pace,
     E lui me oltraggia con tal villania,
     Che adoprar mi convien quel che me spiace
     E far battaglia contra a voglia mia.
     Suo tanto orgoglio e suo parlar mordace
     Me hanno condutto a questa pugna ria;
     E il tuo soccorso aspetto, che è dovuto,
     Chè sempre a’ bisognosi doni aiuto. -

36 In tal forma pregavan con pietate,
     Tuttavia combattendo, quei guerreri;
     Nè mai se vedean ferme le sue spate,
     Ma colpi sopra colpi ognor più fieri;
     Nè se temean l’un l’altro in veritate,
     Tanto eran prodi e de virtute altieri,
     Che a brando, a lancia, a piedi e su l’arcione,
     Potean con ciascun stare al paragone.

37 Ma nel presente io voglio differire
     Il fin di questa pugna sì rubesta;
     De Orlando e Brandimarte vi vo’ dire,
     Che son con quella dama alla foresta,
     Quale han campata da crudel martìre,
     E tre giganti occisi con tempesta,
     Come doveti aver nella memoria;
     Or de quel fatto io vo’ seguir la istoria.

38 Brandimarte giacea sopra a quel prato,
     Come io vi dissi, tutto sanguinoso,
     Con l’elmo rotto e scudo fraccassato
     Pel colpo di Marfusto furïoso.
     Orlando in braccio se l’avea recato,
     E piangea forte quel conte pietoso.
     Ma quella damisella a mano a mano
     Giù del gambelo discese nel piano,

7. P. omm. E. — 27. P. e 'l. — 30. T. e MI. piatoso.