Vai al contenuto

Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/139

Da Wikisource.
[St. 51-54] libro ii. canto vii 129

         A tradimento qua sei stato occiso
     Dal falso malandrin sopra quel ponte,1
     Chè tutto il mondo non te avria conquiso,
     Se teco avesse combattuto a fronte.
     Ascoltami, baron; dal paradiso,2
     Ove or tu dimori, odi il tuo conte,
     Qual tanto amavi già, benchè uno errore
     Commesse a torto per soperchio amore.

         Io te chiedo mercè, damme perdono,
     Se io te offesi mai, dolce germano,
     Ch’io fui pur sempre tuo, come ora sono,3
     Benchè falso suspetto et amor vano
     A battaglia ce trasse in abandono,
     E l’arme zelosia ce pose in mano.
     Ma sempre io te amai et ancor amo;4
     Torto ebbi io teco, et or tutto me ’l chiamo.

         Che fu quel traditor, lupo rapace,5
     Qual ce ha vetato insieme a ritornare
     Alla dolce concordia e dolce pace,
     A i dolci baci, al dolce lacrimare?
     Questo è l’aspro dolor che mi disface,
     Ch’io non posso con teco ragionare
     E chiederti perdon prima ch’io mora;
     Questo è l’affanno e doglia che me accora.

         Così dicendo Orlando con gran pianto
     Tra’ for la spada, e il forte scudo imbraccia:
     La spada a cui non vale arme, nè incanto,
     Ma sempre dove gionge il camin spaccia.
     Il fatto già vi contai tutto quanto,
     Sì che non credo che mistier vi faccia6
     Tornarvi a mente con quale arte e quando
     Da Falerina fusse fatto il brando.

  1. T. Da falso.
  2. P. Ascoltami, cugin.
  3. P. Io fui.
  4. Ml. Ma par sempre te; Mr. Ma sempre te; P. Ma io sempre te.
  5. P. Chi.
  6. P. non stimo.