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168 | orlando innamorato | [St. 7-10] |
7 Longi al primo castel forse una arcata
Smontarno a terra e franchi campïoni,
E caminando gionsero all’entrata,
Che avea a tre porte grossi torrïoni:
Ma dentro non appare anima nata,
Giù ne la strata, o sopra nei balconi;
Senza trovar persone andarno avante
Sino al gran ponte; e quivi era il gigante.
8 Entro le due castelle il fiume corre,
L’arco del ponte sopra a lui voltava,
Ed avea ad ogni lato una alta torre;
In mezzo Balisardo aponto stava,
Nè se potrebbe a sua persona apporre,
Nè a l’armatura che in dosso portava.
Gigante non fu mai di meglior taglia,
Coperto è a piastre ed a minuta maglia.
9 Forbite eran le piastre e luminose,
E questa maglia relucente e d’oro,
Con tante perle e pietre prezïose,
Che ’l mondo non avea più bel tesoro.
Ora torniamo alle gente animose,
Dico a’ nostri baron, che ogniom di loro,
Volontaroso e di animo più fiero,
Vôle azuffarse ed esser il primiero.
10 Ma in fine Iroldo ottenne il primo loco,
E fo percosso dal gigante e preso,
E Prasildo ancor lui pur durò poco,
E fu nel fine a Balisardo reso.
Or ben sembrava il bon Ranaldo un foco,
D’ira nel core e di furore acceso;
Ma quel gigante ne menò prigioni
Di là dal ponte e duo franchi baroni.
4. T. e Mr. avea tre porte grossi; P. avea tre p. e grossi. — 13. T. op- porre. — 30. P. Tanto dì sdegno e di dolor a' S acceso.