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178 | orlando innamorato | [St. 47-50] |
47 E dimostrosse ancor tutto de foco,
Qual sfavillava come de fornace.
Ranaldo, in cui dotanza non ha loco,
Saltò nel mezo, il paladino audace,
E la rovente fiamma estima poco,
Ma con Fusberta tutta la disface;
E già trenta ferite ha quel pagano,
Benchè più volte è tramutato invano.
48 Al fin tutto deserto e sanguinoso
Fuor della porta se pose a fuggire;
Or sendo occello, ora animal peloso,
E in tante forme ch’io non saprei dire.
Ranaldo sempre il segue furïoso,
Che destinato è di farlo morire.
Già sono alla marina; senza tardo
Sopra alla nave salta Balisardo.
49 Dalla ripa alla nave è poco spaccio,
De un salto Balisardo fu passato;
E ’l fio de Amon, che non teme altro impaccio,
Dietro gli salta tutto quanto armato;
E nella intrata se incappò nel laccio,
Ove Dudone prima fu pigliato.
Sue braccie e gambe avengia una catena;
Ben se dibatte invano e si dimena.
50 Non valse il dimenar, chè preso fu
Da duo poltron coperti de pedocchi,
E sotto poppa lo menarno giù,
Là dove il sole gli abagliava gli occhi.
Tre onze avrà Ranaldo e non già più
De biscotella, che è senza fenocchi,
Vivendo a pasto come un Fiorentino,
Nè brïaco serà per troppo vino.
4. MI. e P. Salta. — 20. T., MI. e P. salta. — 24. MI. indarno. — 27. T. menar la giù. — 28. MI. sol gli abagliava; T. sole gli ah.x Mr. sole ab. — 32. Mr. hriagho; T. e MI. ekriaco.