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262 | orlando innamorato | [St. 55-58] |
55 Il non essere amato ed altri amare
Avanza ogni martìr, come io te ho detto,
E questa legge converrai provare,
Se vôi fuggir de Amore ogni dispetto.
Or, perchè intenda, a te conviene andare
Per questo bosco ombroso a tuo diletto,
Sin che ritrovarai sopra a una riva
Uno alto pino ed una verde oliva.
56 La rivera zoiosa indi dechina
Per li fioretti e per l’erba novella;
Ne l’acqua trovarai la medicina
A quel dolor che al petto ti martella. -
Così parlò la dama peregrina,
Poi ne l’aria volò come una occella;
Salendo sempre in su, del celo acquista,
Onde a Ranaldo uscì presto di vista.
57 Lui doloroso non sa che si fare,
Poi che incontrata ha sì forte ventura,
Nè tra se stesso puote imaginare
Come tal cosa sia fuor de natura,
Che veda gente per l’aria volare,
Nè contra a lor val forza nè armatura.
Da gente ignuda è vento il suo valore
Con zigli e rose e con foglie di fiore.
58 A gran fatica il suo corpo tapino
Levò dove languendo l’avea messo,
E con più pena si puose in camino,
Cercando intorno il bosco ombroso e spesso;
E trovò verso il fiume l’alto pino
E l’arbor de l’oliva a quello apresso.
Da le radice stilla una acqua chiara,
Dolce nel gusto e dentro al core amara;
22. T. e Mr. Che cantra lor ; P. Che cantra lor non vai forza o. — 27. T., MI. e P. pose.