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282 orlando innamorato [St. 3-6]

3 Assembrava in Levante il re Gradasso,
     In Ponente Marsilio, il re di Spagna,
     Che ad Agramante ha conceduto il passo,
     Ed esso è in mezo giorno alla campagna.
     Tutta Cristianitate anco è in fraccasso,
     La Francia, l’Inghilterra e la Allemagna;
     Nè Tramontana in pace se rimane:
     Vien Mandricardo, il figlio de Agricane.

4 Tutti vengono adosso a Carlo Mano
     Da ogni parte del mondo, a gran furore;
     Allor fia pien di sangue il monte e il piano,
     E se odirà nel cel l’alto romore;
     Ma nel presente io me affatico in vano,
     Chè a questo fatto io non son gionto ancore,
     E, volendol chiarire, egli è mestiero
     Prima che io conti il tutto di Rugiero.

5 Il qual lasciai in su il destriero armato,
     Con Balisarda il bon brando al gallone,
     Qua già fu con tale arte fabricato,
     Che taglia incanto ed ogni fatasone;
     Or, perchè il fatto ben vi sia contato,
     Che l’intendiati a ponto per ragione,
     Quel torniamento de che vi contai,
     Era nel prato più caldo che mai.

6 Chè Pinadoro, il re de Constantina,
     E il re di Nasamona, Pulïano,
     Veggendo de Agramante la ruina,
     Qual solo abatte la sua schiera al piano
     (Chè il re di Bolga e di Bellamarina,
     E quel d’Arzila con quel di Fizano,
     Qual d’urto avea atterrato e qual di spada,
     E ben tra gli altri se facea far strada;