Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/331

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[St. 19-22] libro ii. canto xix 321

19 Oh quanto se vergogna il cavalliero
     Fuggir davante a gente sì villana!
     Che se egli avesse l’arme e il suo destriero,
     Non se trarebbe adietro a meza spana.
     Or via fuggendo per stretto sentiero
     Gionse intra un prato, ove era una fontana:
     Cinto d’intorno è da la selva il prato,
     E uno altissimo pino a quello a lato.

20 Fuggendo il cavallier con disconforto,
     Come io vi dico, e molto mal contento,
     Un re vidde alla fonte, che era morto,
     Ed avea in dosso tutto il guarnimento;
     E Brandimarte come ne fo accorto,
     Ad accostarsi ponto non fu lento,
     E prese il brando, che avea nudo in mano,
     E giù del palafren saltò nel piano.

21 Il manto se rivolse al braccio manco,
     E con la spada e malandrini affronta.
     Mai non fu campïon cotanto franco:
     Questo tocca di taglio, e quel di ponta,
     A l’uno il petto, a l’altro passa il fianco.
     Or che bisogna che più ve raconta?
     Tutti e ladroni occise in poco de ora,
     Sì ben col brando intorno egli lavora.

22 Camponne solamente un sciagurato
     (Già non campò, ma poco uscì de impaccio),
     Il qual fuggì ferito nel costato,
     E via di netto avea tagliato un braccio.
     Alla capanna subito fo andato,
     Ove si stava il crudo Barigaccio,
     Barigaccio, il figliol di Taridone:
     Corsar fo il patre, ed esso era ladrone.

7. Mr. Cintai de int. e da tdva; P. CitUa d'ini. « da la. — 8. MI. q»él\ P. quella l. - 2i. P. li. — 82. P. Coraal.

BoiARno, Orlando Innamorato. Voi. II. g}