Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/332

Da Wikisource.
322 orlando innamorato [St. 23-26]

23 Ma Barigaccio grande di statura
     Fo più del patre, e forte di persona.
     Ora a lui gionse con molta paura
     Lo inaverato, e il tutto gli ragiona
     Come passata è la battaglia scura,
     Poi morto a lui davante se abandona;
     Essendo uscito il sangue de ogni vena,
     Cadegli avante e più non se dimena.

24 Onde turbato Barigaccio il fiero
     Fo a maraviglia, e prese un gran bastone;
     De arme adobato, come era mestiero,
     Salta sopra Batoldo, il suo ronzone.
     Troppo era smesurato quel destriero:
     La pelle nera avea come un carbone,
     E rossi gli occhi, che parean di foco;
     Sol nella fronte avea di bianco un poco.

25 E Barigaccio, poi che fu montato,
     Di speronarlo mai non se rimane.
     Or Brandimarte, che rimase al prato
     Poi che spezzato ha quelle gente istrane,
     Guardando il re che stava al fonte armato,
     Cognobbe al scudo ch’egli era Agricane,
     Qual fo occiso da Orlando alla fontana:
     Già vi contai l’istoria tutta piana.

26 Egli avea ancor la sua corona in testa,
     D’oro e di pietre de molto valore,
     Ma Brandimarte nulla li molesta,
     Chè ancor portava al corpo morto onore.
     De arme il spogliò, ma non di sopravesta,
     E baciandoli il viso con amore:
     - Perdonami, - dicea - chè altro non posso,
     Se ora queste arme ti toglio di dosso.

19. MI, e Mr. che rimase. — 30. MI. spedate ; Mr, spedato ; P. 8j>acciato,