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[St. 11-14] | libro ii. canto xxi | 351 |
11 Quando la dama a tal parlare intese
De il cavallier la voglia e il gran talento,
A lui rispose: - Tanto sei cortese,
Che il mio tacer serebbe un mancamento;
Onde io destino de aprirte palese
Quel che tu brami, e di farti contento:
Ranaldo e Orlando insieme con gran pena
Sono in battaglia alla selva de Ardena. -
12 Quando Oliviero intese quel parlare
Ne la sua vita mai fu così lieto,
E presto il corse in campo a divulgare.
Or vi so dir che alcun non stava queto.
Re Carlo in fretta prese a cavalcare;
Chi gli passa davante e chi vien drieto.
Ma lui tien seco la dama soprana,
Che lo conduca a ponto alla fontana.
13 E così andando intese la cagione
Che avea condutti entrambi a tal furore.
Molto se meraviglia il re Carlone,
Che il conte Orlando sia preso de amore,
Perchè il teneva in altra opinïone;
Ma ben Ranaldo stima anco peggiore
Che non dice la dama, in ciascuno atto,
Perchè più volte l’ha provato in fatto.
14 Così parlando intrarno alla foresta,
Dico de Ardena, che è d’arbori ombrosa;
Chi cerca quella parte e chi per questa
De la fontana che è al bosco nascosa.
Ma così andando odirno la tempesta
De la crudel battaglia e furïosa;
Suonano intorno i colpi e l’arme isparte,
Come profondi il celo in quella parte.
1. T. e Mr. omm. a. — 12. MI. e Mr. Non vi; P. E vi.