[St. 35-38] |
libro ii. canto xxi |
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E come far se suole in cotal caso,
Mirando ognuno or quella cosa, or questa,
Fu visto il sangue il quale era rimaso
Ne l’arme de Brunello e sopravesta.
Per questo fu cridato: Ecco il malvaso
Che occise Bardulasto alla foresta!
Nè avendo ciò Brunello apena inteso,
Da quei de intorno subito fu preso.
Esso cianzava, e ben gli fa mestiero,1
E sol la lingua gli può dare aiuto,
Dicendo a ponto sì come Rugiero
Con quelle arme nel campo era venuto;
Ma sì rado era usato a dire il vero,
Che nel presente non gli era creduto.
Ciascun cridando intorno a quella banda,
Sopra alle forche al re l’aricomanda.2
Onde esso, che se trova in mal pensero,
Del re e de gli altri se doleva forte,
Narrando come era ito messaggero
Per quello annello a risco de la morte.
Gli altri ridendo il chiamano grossero,
Poi che servigi ramentava in corte;
Però che ogni servire in cortesano
La sera è grato e la matina è vano.
Proprio è bene un om dal tempo antico3
Chi racordando va quel ch’è passato;
Chè sempre la risposta è: Bello amico,
Stu m’hai servito, et io te ho ben trattato;4
E per questo Brunel, come io vi dico,
Era da tutti intorno galeffato,5
E ciascadun di lui dice più male,
Come intraviene a l’om che troppo sale.
- ↑ Ml. e P. gli fa.; Mr. ben ha.
- ↑ T. e Ml. al re.
- ↑ P. servir di.
- ↑ Ml. E proprio e ben; Mr. Proprio e ben uno; P. Proprio è ben quell’un.
- ↑ Ml. e P. caleffato.