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358 orlando innamorato [St. 39-42]

39 Ora fu comandato al re Grifaldo
     Ch’incontinente lo faccia impiccare;
     Onde esso, che a tal cosa era ben caldo,
     Diceva: - S’altri non potrò trovare,
     Con le mie mani lo farò di saldo. -
     E prestamente lo fece menare
     Di là dal bosco, a quel sasso davante
     Ove Rugier si stava ed Atalante.

40 Il giovanetto, che il vide venire,
     Ben prestamente l’ebbe cognosciuto;
     Lui non era di quelli, a non mentire,
     Che scordasse il servigio recevuto,
     Dicendo: - Ancor ch’io dovessi morire,
     In ogni modo io gli vo’ dare aiuto.
     Costui mi prestò l’arme e il bon ronzone:
     Non lo aiutando, ben serìa fellone. -

41 Ed Atalante ben cridava assai
     Per distorlo da ciò che avea pensato,
     Dicendo: - Ahimè, filiol, dove ne vai?
     Or non cognosci che sei disarmato?
     Se ben giongi tra loro, e che farai?
     Lor pur lo impicaranno a tuo mal grato.
     Tu non hai lancia nè brando nè scudo:
     Credi tu aver vittoria, essendo ignudo? -

42 Il giovanetto a ciò non attendia,
     Ma via correndo fu gionto nel piano,
     E, perchè alcun sospetto non avia,
     Tolse una lancia a un cavallier di mano.
     Avea Grifaldo molti in compagnia,
     Ma non gli stima il giovane soprano,
     L’uno occidendo e l’altro trabuccando;
     E da quei morti tolse un scudo e un brando.

B. Mr. mano. — 14. T. e MI. io gli vo. — 18. MI., T. e P. da. — 21. MI. lor; Mr. lor che; P. loro, che.