Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/371

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[St. 51-54] libro ii. canto xxi 361

51 Il giovanetto, di valore acceso,
     Di novo incominciò con voce pia
     - Parmi - dicendo - aver più volte inteso
     Che il primo officio di cavalleria
     Sia la ragione e il dritto aver diffeso:
     Onde, avendo io ciò fatto tuttavia,
     Chè di campar costui presi pensiero,
     Famme, segnor, ti prego, cavalliero.

52 E l’arme e il suo destrier me sian donate,
     Chè altra volta da lui me fu promesso,
     Ed anco l’ho dapoi ben meritate,
     Chè per camparlo a risco mi son messo. -
     Disse Agramante: - Egli è la veritate,
     E così sarà fatto adesso adesso. -
     Prendendo da Brunel l’arme e ’l destriero,
     Con molta festa il fece cavalliero.

53 Era Atalante a quel fatto presente,
     E ciò veggendo prese a lacrimare,
     Dicendo: - O re Agramante, poni mente,
     E de ascoltarmi non te desdignare;
     Perchè di certo al tempo che è presente
     Quel che esser debbe voglio indovinare;
     Non mente il celo, e mai non ha mentito,
     Nè mancarà di quanto io dico, un dito.

54 Tu vôi condurre il giovane soprano
     Di là dal mare ad ogni modo in Francia;
     Per lui serà sconfitto Carlo Mano,
     E cresceratti orgoglio e gran baldancia;
     Ma il giovanetto fia poi cristïano.
     Ahi traditrice casa di Magancia!
     Ben te sostiene il celo in terra a torto;
     Al fin serà Rugier poi per te morto.