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360 orlando innamorato [St. 47-50]

47 E, questo ditto, se ne venne al re
     Pur con Brunello, e fosse ingenocchiato
     - Segnor, - dicendo - io non so già perchè
     Fosse costui alla forca mandato;
     Ma ben vi dico che sopra di me
     La colpa toglio e tutto quel peccato,
     Se peccato se appella alla contesa
     Occidere il nemico in sua diffesa.

48 Da Bardulasto fui prima ferito
     A tradimento, chè io non mi guardava,
     Ed essendo da poscia lui fuggito,
     Io qua lo occisi, e ben lo meritava;
     E se egli è quivi alcun cotanto ardito
     (Eccetto il re, o se altri lui ne cava)
     Qual voglia ciò con l’arme sostenere,
     Io vo’ provar ch’io feci il mio dovere. -

49 Parlando in tal maniera il damigello,
     Ciascun lo riguardava con stupore,
     Dicendo l’uno a l’altro: - È costui quello,
     Che acquistar debbe al mondo tale onore?
     E veramente ad un cotanto bello
     Convien meritamente alto valore,
     Perchè lo ardir, la forza e gentilezza
     Più grata è assai ne l’om che ha tal bellezza. -

50 Ma sopra a gli altri re Agramante il fiero
     Di riguardarlo in viso non se sacia,
     Fra sè dicendo: "Questo è pur Rugiero!"
     E di ciò tutto il celo assai ringracia.
     Or più parole qua non è mestiero;
     Subitamente lo bacia ed abracia.
     Di Bardulasto non se prende affanno:
     Se quello è morto, lui se n’abbi il danno.

9. T. ferrito. — 24. Mr. e P. omm. è.