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366 orlando innamorato [St. 7-10]

7 Tanfirïone, il re de l’Almasilla,
     Anci nomar si può re del diserto,
     Chè non ha quel paese o casa o villa,
     Ma tutta sta la gente al discoperto.
     Chi me donasse l’arte de Sibilla,
     Indovinando io non sarrìa di certo
     Della sua gente scegliere il megliore,
     Chè senza ardir son tutti e senza core.

8 Non vi meravigliati poi se Orlando
     Caccia costor tal fiata alla disciolta,
     E se cotanti ne taglia col brando,
     Chè nuda è quasi questa gente istolta;
     E sempre è bon cacciare alora quando
     Fugge la torma e mai non se rivolta.
     Ma dal proposto mio troppo mi parto:
     Dett’ho del terzo, odeti per il quarto,

9 Ch’è Manilardo, il re de la Norizia,
     La qual di là da Setta è mille miglia;
     De pecore e di capre ha gran divizia,
     E la sua gente a ciò se rassomiglia.
     Non han moneta e non hanno avarizia
     De oro e de argento; e non è maraviglia,
     Che tra noi anco il bove nè il montone
     Ciò non desia, perchè è senza ragione.

10 Il re di Bolga, il quinto, è Mirabaldo,
     Che è longi al mare ed abita fra terra.
     Grande è il paese, tutto ardente e caldo,
     Sempre sua gente con le serpe han guerra.
     Il giorno va ciascun sicuro e baldo,
     La notte ne le tane poi si serra;
     D’erba se pasce, e non so che altro guste:
     Scrive Turpin che vive de locuste.

6. T. seria. — 7. MI. solvere ; T. sciogliere : SU. soglire. - 16. MI. Detto o d. t. o dir hor del.