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392 orlando innamorato [St. 47-50]

47 Cominciarno battaglia aspra e feroce
     Que’ duo guerrer mostrandosi la fronte,
     Benchè Curtana a quelle arme non nôce,
     Chè eran fatate per tagli e per ponte.
     Or cresce un novo crido ed alte voce,
     Chè un’altra schiera giù calla del monte,
     Maggiore assai de l’altre due davante:
     Non fur vedute mai gente cotante.

48 Colui che vien davanti è Folicone,
     Il figlio de Marsilio, che è bastardo,
     Che ha de Almeria la terra e il bel girone:
     Ben vi posso acertar che egli è gagliardo.
     Larbin de Portugallo, il fier garzone,
     Gli viene apresso in su un corsier leardo;
     Maricoldo il Galego, che è gigante,
     Vien seco, e lo Argalifa e il re Morgante;

49 Ed Alanardo, conte in Barzelona,
     Vi venne, e Dorifebo, il fier pagano,
     Qual porta di Valenza la corona,
     E il conte de Girona, Marigano,
     E il franco Calabrun, re de Aragona.
     Par che quel monte giù roini al piano;
     A sì gran folta ne vien via la gente,
     Che par che il cel profondi veramente.

50 Quando re Carlo vidde gente tante,
     Ben se crede quel dì de aver gran scorno;
     Chiamando a sè Ranaldo e il sir de Anglante,
     - Filioli, - dicea - questo è il vostro giorno! -
     E poi mandava un messo a Bradamante
     Che, giù voltando quella costa intorno,
     Quanto nascosta può, per quella valle
     Ferisca a i Saracin dietro alle spalle.

11. Mr. e P. omm. e. — 14. T. Vienne; MI. vien; Mr. venne.