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68 orlando innamorato [St. 35-38]

35 Perchè chiuso se aveva in tal maniera
     L’orecchie entrambe a quelle rose folte,
     Che non odiva, al loco dove egli era,
     Cosa del mondo, ben che attento ascolte;
     E caminando gionse alla rivera,
     Che ha molte gente al suo fondo sepolte.
     Questo era un lago piccolo e iocondo
     D’acque tranquille e chiare insino al fondo.

36 Non gionse il conte in su la ripa apena,
     Che cominciò quell’acqua a gorgoliare;
     Cantando venne a sommo la Sirena.
     Una donzella è quel che sopra appare,
     Ma quel che sotto l’acqua se dimena
     Tutto è di pesce e non si può mirare,
     Chè sta nel lago da la furca in gioso;
     E mostra il vago, e il brutto tiene ascoso.

37 Lei comincia a cantar sì dolcemente,
     Che uccelli e fiere vennero ad odire:
     Ma, come erano gionti, incontinente
     Per la dolcezza convenian dormire.
     Il conte non odìa de ciò nïente,
     Ma, stando attento, mostra di sentire.
     Come era dal libretto amaestrato,
     Sopra la riva se colcò nel prato.

38 E’ mostrava dormir ronfando forte:
     La mala bestia il tratto non intese,
     E venne a terra per donarli morte;
     Ma il conte per le chiome ne la prese.
     Lei, quanto più puotea, cantava forte,
     Chè non sapeva fare altre diffese,
     Ma la sua voce al conte non attiene,
     Che ambe l’orecchie avea di rose piene.

11. P. una Sirena. — 18. P. gli uccelli ai vennero.