Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/88

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78 orlando innamorato [St. 75-78]

75 Figli parean di ’l foco veramente,
     Tanto era ciascun presto e furïoso,
     Con vista accesa e con la faccia ardente.
     Ora ben stette il conte dubbïoso;
     Non sa quel che far debba nella mente:
     Perder non vôle, e ’l vincere è dannoso,
     Però, ben che li faccia a terra andare,
     Rinasceranno, e più vi avrà che fare.

76 Ma de vincere al fin pur se conforta,
     Se ne nascesser ben mille migliara,
     Ed animoso se driccia alla porta.
     Quei duo giganti avean presa la sbara;
     Ciascuno aveva una gran spada torta,
     Perchè eran nati con la simitara.
     Ma il conte a suo mal grado dentro passa,
     Prende la sbarra e tutta la fraccassa.

77 Unde ciascun di lor più fulminando
     Percote adosso del barone ardito;
     Ma poca stima ne faceva Orlando,
     Chè non puotea da loro esser ferito.
     Lui riposto teneva al fianco il brando,
     Perchè avea preso in mente altro partito;
     Adosso ad un di lor ratto se caccia,
     E sotto l’anche ben stretto l’abbraccia.

78 Aveano entrambi smisurata lena,
     Ma pur l’aveva il conte assai maggiore.
     Leval il conte ad alto e intorno il mena,
     Nè vi valse sua forza, o suo vigore,
     Chè lo pose riverso in su l’arena.
     L’altro gigante con molto furore
     Di tempestare Orlando mai non resta
     Da ciascun lato e basso e nella testa.