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Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/163

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prefazione xi


Ora chi confronti la scrittura di essa con quella del codice, della quale do anch’io un saggio1 (e la cosa è agevole, perchè il fac-simile della lettera è inserito nel volume citato in nota), parmi che non possa restare perplesso: chi scrisse la lettera, non può, ancorché siasi studiato di essere nitido, avere scritto il codice. E nemmeno tra le molte lettere scritte nel 1494 dai segretari del Boiardo (lettere che ho collazionate io stesso o fatto collazionare colla scrittura del codice, riprodotta fotograficamente) ce n’è una che rassomigli per il carattere a quest’ultimo; sicchè, come nulla si può dire circa il trascrittore, così, quanto all’età del codice, non si può far altro che fissare i termini cronologici entro i quali fu ricopiato. Tali termini sono per una parte (come si è visto) il 1494 e per l’altra il 1505: parendo strano che di un poema stampato già due, e probabilmente tre volte, ed essendo già da dodici anni morto l’autore, alcuno pensasse a trarre una copia manoscritta2.

    tera CXXV, autografa per confessione stessa del poeta (ho delibrato per questa de mia mano dare adviso a la S. V.) come troppo lunga, la tenne per guida nei raffronti, e riprodusse la CXIV, essa pure indubbiamente autografa. L’una e l’altra sono nell’Archivio di Stato in Modena. Quanto al giudizio dei tre bibliografi modenesi sull’autografia del codice, giudizio riportato anche dal Porro (luogo citato), basterà avvertire che le tre lettere da loro tenute come autografe, sono invece di segretari del Boiardo.

  1. Riproduco le ottave 51-55 del canto XX del libro secondo.
  2. Il bibliotecario della Trivulziana, signor Emilio Motta, competentissimo, se altri mai, in materia di scritture lombarde di questo tempo, trova nella forma stessa del carattere una riprova che il codice fu scritto o sullo scorcio del quattrocento o ne’ primissimi anni del cinquecento.