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Pagina:Bonaccorsi - Vangeli apocrifi.pdf/46

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- 8II.

DAL VANGELO DEGLI EBIONITI.

1.

(Cfr. Mt. 3, 1 sg. Lc. 3, 2 sg.).

Epiph. haer. 30. 13: ’Η δὲ ἀρχὴ τοῦ παρ’ αὐτοῖς εὐαγγελίου ἔχει ὅτι (1).

Εγένετο ἐν ταῖς ἡμέραις Ηρώδου τοῦ βασιλέως τῆς Ἰουδαίας (2) ἦλθεν Ιωάννης (3) βαπτίζων βάπτισμα μετανοίας (4) ἐν τῷ ᾿Ιορδάνη ποταμῷ, ὃς ἐλέγετο εἶναι ἐκ γένους Ααρών τοῦ ἱερέως παῖς Ζαχαρίου καὶ Ελισαβέτ (5). Καὶ ἐξήρχοντο πρὸς αὐτὸν πάντες.

tamente «in Betlemme di Giuda», e non «di Giudea», com’è nel nostro testo evangelico (HIER, in Mt. 2, 5 se non allude piuttosto al testo ebraico di Michea 5, 1); - in Mt. 4, 5 invece di «nella città santa», aveva «in Gerusalemme » (Cod. evang. 566, in TISCHENDORF, Notitia Cod. Sinait. p. 58); Invece di «Barjone» (Mt. 16, 17) aveva «figlio di Giovanni (o di Giona?»

(Cod. Evang. 566); nel racconto della cacciata de’ venditori dal tempio (Mt. 21, 12 sgg.) era scritto che «de’ raggi usciron fori da suoi occhi [sc. di Gesù], e da essi atterriti fuggivano» (Scolio in un ms. di Pietro di Riga, JAMES, Journ. of theol. Stud. 1906, p. 565 sg.); invece di «figliuolo di Barachia » (Mt. 23, 35) si aveva «figliuolo di Joiada» (HIER. in Mt. 23, 35); nelle parabole de’ talenti (Mt. 25, 14 sgg.) si parlava di tre servi, de’ quali uno si mangiò l’avere del suo padrone con le prostitute e le sonatrici di flauto, un altro moltiplicò il guadagno, il terzo nascose il talento; e di costoro l’uno fu approvato, l’altro biasimato soltanto, il terzo schiaffato in prigione (Eus. Theoph? presso MAI, Nova Patr. bibl. IV, 1, p. 155); - del rinnegamento di Pietro (Mt. 26, 74) era scritto: «e negò e giurò e imprecò» (Cod. Evang. 566); il nome di Barabba era interpretato il figliuolo del loro maestro» (HIER. in Mt. 27, 16); rispetto alle parole di Gesù sulla Croce invocante perdono ai crocifissori (Lc. 23, 34), si riferiva che «a quella voce molte migliaia di Giudei, che stavano intorno alla croce, credettero» (HAIMO d’Auxerre in Is. 53, 2, MIGNE P. L. CXVI, 994); invece dello squarciarsi della cortina del tempio, si affermava che «l’architrave del tempio, d’infinita grandezza, si spezzò e divise» (HIER. in Mt. 27, 51: cfr. ep. 120, 8); si classificava tra i maggiori delitti «chi avesse contristato lo spirito d’un suo fratello ». (HIER. in Ezech. 18, 7); si ricordava una parola di Gesù: io mi scelgo i degni, coloro che il mio Padre nei cieli m’ha dato» (Eus. Theoph. [syr.] IV, 12); conteneva, a quanto riferisce Papia, il racconto d’un’altra donna (cf. Jo. 7, 53 sgg.) diffamata presso il Signore per molti peccati (Eus. h. e. III, 39, 17), ecc.

(1) Mancava pertanto la storia dell’infanzia del Signore, cioè i due primi capitoli del nostro San Matteo. Cf. EPIPH. haer. 30, 14.

(2) Più sotto Epifanio (30, 14), riportando lo stesso brano, e a quanto sembra piu esattamente, aggiunge ἐπὶ ἀρχιερέως Καϊάφα, «sotto il somme sacerdote Caifa».

(3) Nella indicata seconda citazione di Epifanio: 20 TIS ’I wάvvns óvóμart, «venne un tale per nome Giovanni».

(4) Cfr. Mc. 1, 4; Lc. 3, 3.

(5) Cfr. Le. 1, 5 sgg.