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DA BOLOGNA 151


ma fino allora indossavasi la tonaca dalla sola direttrice, non eravi ancora clausura, non professavansi i soliti voli religiosi; nè a Prelato regolare soggiacevasi, venendo „ esse dirette soltanto dal loro Parroco di S. Salvatore. Ciò null’ostante tanto era esemplare la costor vita che la città trovavasene altamente edificata. Fra queste angeliche creature bramò racchiudersi anche Caterina; ne fece istan za, e vi fu accolta con amore e con gioia.

Ella fu sorpresa che in quel ritiro, fanciulle poco a lei superiori di età, d’assai l’avanzassero nella perſezione cristiana e nel fervore al servizio di Dio. Punta allora da santa emulazione cominciò ad osservare ciò che in ognuna delle sue compagne trovava di più lodevole, che il cuore inclinato a virtù la cerca dovunque per imitarla, quindi sfidava sè stessa per acquistare eguali tesori. Di sue proprie forze non presumeva; ma neppure sfiduciossi giammai; sendo abbastanza saggia per non farsi rea di diffidenza verso quel Dio, che lascia appena campo ad un cuore di chiedergli la divina grazia, per ascrivergli il merito della preghiera: cosicchè la viva sua fede la rendeva sicura, che le virtù cristiane sono patrimonio di chiunque aspira a farle sue. Difatti la Vigri divenne in breve lo specchio delle sue compagne, le quali ad unisono predicavano ch’ella doveva divenire una gran Santa. Come però le fu dato provare che arbitro è l’uomo di prefiggersi la meta a cui vuole ascendere, ebbe del pari ad addimostrare che è per tulti egualmente arduo il conseguire sublime altezza, e che a ciò è necessaria perseveranza. Bene sofferse ella terribili assalti dal comun nemico: più e più fiate si senti restía, e perfino trasportata ad opporsi agli ordini della direttrice: altre volte accostata alla sacra mensa rimanevasi indifferente e fredda, e quasi presa da noia;, di