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182 LAURA


lei, ella recossi alla sala dell’accademia Benedettina, ed ivi in dotti ragionamenti spese gran tempo. Poche ore appresso lamentavano i Bolognesi di avere in lei perduto uno de’ più singolari ornamenti della città loro. Mori Laura ai 20 Febbraio dell’anno 1778, e quantunque già da qualche tempo entrata fosse nella vecchiezza, pure ad ognuno parve, che troppo breve le fosse stata la vita. E a dare aperta prova del comune dolore piacque ai Bolognesi con funerale pompa solennemente onorare la memoria di lei: Il corpo suo parato delle dottorali insegne fu deposto nella chiesa delle RR. MM. del Corpus Domini, e sulla pietra che lo ricuopre, fu sculto una latina iscrizione, nella quale e la rara bontà e la peregrina sapienza che l’adornarono, sono ai posteri ricordate. Ne era ancora molto tempo passato dalla sua morte, quando le matrone bolognesi statuirono con pubblico segno manifestare, quanto grande e durevole fosse la venerazione, in che tenevano l’illustre loro concittadina: e però vollero le fosse innalzato a loro spese un monumento nelle case dell’Instituto, il quale se e perpetuo testimonio della virtù di Laura, è ancora splendido argomento del nobile animo delle gentili donne di quella età, e può alle presenti essere incitamento e sprone a ben ſare — Tutta la persona di Laura era piena di verecondia e di gravità: negli occhi suoi si leggeva com’ella avesse pronto e vivo l’imaginare, e il suono della voce e la graziosa maniera del favellare la mansuetudine dell’animo suo disvelavano. Ebbe franca la memoria, discreto il giudicio, pietoso e tenero il cuore. Quantunque la fortuna non avesse a lei conceduto grande stato e larghe ricchezze, pure senz’af fanno, anzi con pace ed in letizia trapassò gli anni. Che nella contemplazione del vero trovava perenne conforto, e la benevolenza dei parenti la fede dei veri amici, la bontà dei figliuoli le furono cagione d’infinita dolcezza. Ma più