lei, ella recossi alla sala dell’accademia Benedettina, ed
ivi in dotti ragionamenti spese gran tempo. Poche ore
appresso lamentavano i Bolognesi di avere in lei perduto
uno de’ più singolari ornamenti della città loro. Mori Laura
ai 20 Febbraio dell’anno 1778, e quantunque già da qualche
tempo entrata fosse nella vecchiezza, pure ad ognuno
parve, che troppo breve le fosse stata la vita. E a dare
aperta prova del comune dolore piacque ai Bolognesi con
funerale pompa solennemente onorare la memoria di lei:
Il corpo suo parato delle dottorali insegne fu deposto nella
chiesa delle RR. MM. del Corpus Domini, e sulla pietra
che lo ricuopre, fu sculto una latina iscrizione, nella quale
e la rara bontà e la peregrina sapienza che l’adornarono,
sono ai posteri ricordate. Ne era ancora molto tempo passato
dalla sua morte, quando le matrone bolognesi statuirono
con pubblico segno manifestare, quanto grande e durevole
fosse la venerazione, in che tenevano l’illustre loro concittadina: e però vollero le fosse innalzato a loro spese
un monumento nelle case dell’Instituto, il quale se e perpetuo testimonio della virtù di Laura, è ancora splendido
argomento del nobile animo delle gentili donne di quella
età, e può alle presenti essere incitamento e sprone a ben
ſare — Tutta la persona di Laura era piena di verecondia
e di gravità: negli occhi suoi si leggeva com’ella avesse
pronto e vivo l’imaginare, e il suono della voce e la graziosa
maniera del favellare la mansuetudine dell’animo suo disvelavano. Ebbe franca la memoria, discreto il giudicio, pietoso
e tenero il cuore. Quantunque la fortuna non avesse a lei
conceduto grande stato e larghe ricchezze, pure senz’af
fanno, anzi con pace ed in letizia trapassò gli anni. Che
nella contemplazione del vero trovava perenne conforto,
e la benevolenza dei parenti la fede dei veri amici, la bontà
dei figliuoli le furono cagione d’infinita dolcezza. Ma più