Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/229

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l’amor d’ambidue que’ pastori violentemente a un tempo rapita. E che potea far ella, che non avea né forza né virtù da regger a cotanto impeto, se non amarli amendue? Ed amavali non perché la gelosia gli accendesse e gli tormentasse, ch’ella non avea né tanto artifizio né si fiero talento, ma amavali perché per la tenerezza del cuore non poteva alcun non amarne. Ella stessa il disse a Serpilla: Ch’io n’ami un solo? e quale, oimè, fia ch’io disami? (Atto II, se. 2). E s’ella sapeva che l’amor dell’uno dispiaceva all’altro, per questo appunto se ne dolea. Onde la perfezion, che non avea l’amor suo in lasciar l’amor dell’uno per non dispiacer all’altro, aveala in dolersi cosi fortemente d’esser costretta a dispiacer all’uno ed all’altro, che ne volea morire. Il qual sentimento, se venisse a tutte le donne che amano più d’un amante, la lor fragilità non sarebbe cotanto ripresa; ma credo che si guarderan molto bene che per questo venga lor voglia di tentar la morte, temendo di non poter aver poi, com’ebbe Celia, le lacrime dei loro amanti cosi prontamente allo scampo loro apparecchiate. Da queste tre proposizioni addunque traendo la sostanza della risposta all’argomento, dico che l’amor di amore puٍ esser perfetto quanto alla sua natura si conviene, ancorché le volontà degli amanti sieno in alcune cose di scordanti, anche nella stessa materia della gelosia, quando l’amor di più d’uno non è per offesa dell’amante, ma per violenza dell’amore. VII. Si propone il terzo argomento, preso dalla NATURA DELLA PERFEZIONE, E SE GLI RISPONDE. — II terzo argomento contra la multiplicité degli amori dalla natura della perfezione in questa forma si prende. Perfetta è quella cosa alla quale tutto il rimanente del suo genere si riduce. Onde perfetto è quell’amore al quale si riduce ogni altro amore: G. Bonarelli, Filli di Sciro. 15