Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/234

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exziٍerantia ad unum: addunque, conchiude, pochi possono aversi perfetti amici. E ne’ Morali grandi (lib. II, cap. 19): le potenze dell’anima son naturalmente deboli. Onde si come l’occhio non puٍ lungo tempo tener lo sguardo intento, che la vista gli vien meno, cosi, dice egli, l’amor non puٍ diffon- dersi per molti oggetti, perché ne sviene. Si che da queste due proposizioni d’Aristotale, l’una dall’eccesso dell’amore e l’altra dalla debolezza dell’anima, possiamo ormai conchiuder che non si puٍ perfettamente amar più d’uno. Ma io per me non credo che dalle proposizioni d’Aristotale s’abbia a cavar conclusione maggior di quella che ne sa cavar lo stesso Ari- stotale: il quale dall’eccesso che si truova nella perfetta ami- cizia, e dalla debolezza delle potenze dell’anima, conchiude ben n^W Etica che non si posson aver molti amici; e ne’ Morali grandi che non se ne deono aver pochi né molti: ma in niun luogo conchiude che non se ne possa aver più d’uno. Concedo, addunque, che l’eccesso è d’intorno ad uno, concedo che la potenza dell’anima è debole, e perٍ concedo ancora che sia molto più agevole e men travaglioso l’amar perfet- tamente un solo che due. Ma se né per eccesso d’affetto, né per debolezza di potenza avvien perٍ che non possiamo per- fettamente amar più d’un amico e più d’un figliuolo, certamente che nell’eccesso dell’amore, il quale è detto da Aristotale simile a quello dell’amicizia, né la debolezza della potenza con la quale amiamo gli amanti, ch’è la stessa onde amiamo e gli amici e i figliuoli, farà che non possiamo amar perfettamente più d’un amante. Or questi quattro, che abbiam proposti, sono gli argomenti principali che in contra la perfezione di più amori (per quel ch’io ne conosco) si possono apportare: gli altri tutti a questi si riducono. Si che avendo noi (come ci giova di credere) soddisfatto a questi, non ci riman da temer altronde che l’amor di più d’uno non possa esser intenso e perfetto amore. Vero è che, avendo avuto a contender contra un’opinione c’ha in favor suo l’aura popolare, non è stata leggiera impresa. Per ribatterla è convenuto di metter mano a machine mag-