Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/279

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          ed a voi Giove ne’ miei detti impera.
          Non siate più, stagion, nemiche a queste
          care piagge picene
          co’ raggi estivi o col rigor del gelo,
          ma sott’amico cielo
          fecondate i lor campi
          e, s’esser può, le non feconde arene.
          Amor ne l’aria stampi
          spiriti di dolcezza, aure vitali;
          fuggan l’angoscie e i mali,
          spiri amor chi respira,
          e sol di gioia il tutto arda ed avvampi.
          L’Anno
          Al voler del gran Giove
          non sia di voi chi d’ubidir contrasti,
          se ben con leggi nove
          al vostro usato giro il corso guasti.
          Ei che tutto governa,
          gran fabro de la luce e de l’aurora,
          perché non puote ancora
          frenar altrui, se l’universo move?
          Folle è ben chi s’interna
          nel vasto abisso della mente eterna.
          Il Verno
          Se cosi Giove impera,
          le mie eterne ragion del stato mio
          cederٍ lieto anch’io
          a te, leggiadra e dolce primavera.
          Ecco, l’urna ne chiudo,
          ond’escon fuori a tempestar i campi
          le piogge e le procelle.
          L’aere sereno omai, di nembi ignudo,