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•JO FILLI DI SCIRO
partí da me colei ;
si turbata e sdegnosa,
che più non credo omai ch’ella m’ascolti,
o che parlando io ’mpetri.
Per altra man conviene
che se le porga il dono.
Niso.Se m’abbandoni tu, Nerea, son morto.
Ner.Taci, che ? ciel n’aita.
Mira colà da lungi
quella ninfa che vien: se non m’abbaglia
lo sfavillar di quella sparsa chioma,
è Clori. Anzi più tosto
perché m’abbaglia, quinci
la riconosco. È dessa:
altra non è che spieghi
chioma si bionda al sole.
Ella è Clori, ella è ? core
di Celia appunto: è Clori,
di cui Celia non vede
più fida amica in Sciro. Oh te felice,
se costei porta il dono!
Niso.Ma io non la conosco.
Tu per me parla e priega.
SCENA IV
Clori, Niso, Nerea.
Clori.(Ei non appare, ed io
convien che quinci intorno
il vecchio padre aspetti.)
Niso.Che tardi omai?
Ner.Deh taci!
Clori.(Ma che farٍ qui sola intanto? Ah lassa!
sospirerٍ. Amore,