Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/151

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quella o quelle Porte che vi dovessero partecipare. (90) Pare alluda alla Cronaca di Martin Polono. (91) Il Novati sospetta che questo lombardo Viviano di cui non si ha nessuna notizia, non sia altri che quel Viviano, protagonista della Chevalerie Vivien, che i cantori francesi avevano reso popolare anche in Italia. Il mutamento in lombardo non farà meraviglia quando si ricordi che Orlando fu immaginato Conte d'Angera dai genealogisti viscontei. (92) Bonvesino dice a Firenze, ma equivoca con Ferentino. (93) Guglielnto Pusterla, cittadino veramente insigne di quel tempo, fu Podestà sedici volte in nove Comuni, dal 1190 al 1224, e a Bologna ebbe rinnovata quattro volte la carica. Ne parla il Litta, nelle sue Famiglie celebri: Pusterla. (94) Le fabbriche d'armi di Milano erano già famose al principio di questo secolo e lo furono per gran tempo. Milano era il centro di questa splendida industria in Italia: delle nostre armi son piene, nel medioevo, le tariffe doganali di tutta la Germania; carichi enormi di armature passavano con grande frequenza le Alpi. Le « macchie» son quelle parti delle armi che, essendo destinate a ricevere gli ornamenti e le figure per mezzo del bulino e della azzimina, non erano tirate a pulimento coma si soleva fare per il resto che era ridotto terso e lucente. E i nostri artefici erano famosi nel coprirle di mirabili figure. (95) Ricordiamo il verso di Dante (Purgatorio VIII-80) che accenna a questa usanza : La vipera che il melanese accampa,