Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/153

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lanesi comandate da Giovanni da Rho, che pel primo piantò sugli spalti della conquistata Gerusalemme il vessillo dei crociati, già fatto proprio dal Comune di Milano. Dopo quella vittoria generale e questa prodezza singolare d'un milanese, una vipera in atto di inghiottire un saraceno poteva in certo modo simboleggiare il lombardo che ha annientato gli infedeli. Ma, pensa il Galli, questa figurazione non dovette nascere d'un getto al termine della crociata, bensì essere lo sviluppo ulteriore di una insegna preesistente: la vipera; le cui origini possono trovarsi in quel serpente di bronzo, creduto lo stesso innalzato da Mosè, per ordine di Dio, nel campo degli israeliti in mezzo al deserto, che l'arcivescovo di Milano Arnolfo II riportò nel 1002 dalla sua ambasceria a Costantinopoli fatta, a nome di Ottone III, all'Imperatore, e solennemente fece erigere sopra una colonna nella basilica di S. Ambrogio dove è tuttora. Intorno a questo segno, ritenuto la miracolosa reliquia mosaica, sorse un culto superstizioso da parte dei milanesi, che era ancor vivo ai tempi di S. Carlo : e non è inverosimile che, partendo nel 1096 per recarsi a combattere in quegli stessi paesi d'Oriente, essi abbian preso come insegna augurale il serpente che ai tempi di Mosè vi aveva operato strepitosi miracoli. Non è inverosimile che l'arcivescovo Arnolfo II desse, al momento della partenza, al Capitano generale dei milanesi, Giovanni da Rho, lo stendardo benedetto del Comune, e al luogotenente, Vice Conte Ottone, affidasse un altro vessillo benedetto coll'insegna del serpente tanto venerato nella basilica Ambrosiana : la prima, insegna dell'assalto, l'altra quella degli attendamenti. I Visconti (che presero appunto il nome dalla carica originaria nella loro famiglia di Vice Conti dell'Arcivescovado di Mi- lano)