Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/154

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adottarono poi l'insegna, che il Comune dava per tradizione a uno di loro, come proprio stemma araldico quando, conseguito il dominio di Milano, assunsero tutti i poteri del Comune. (96) Quasi quattro secoli dacché Bonvesino scriveva, l'arcivescovo cardinale Alfonso Litta (1652-1679) avviò pratiche per riavere i corpi venerati, ma il Nunzio apostolico gli tolse ogni speranza. Questi, in una sua lettera, al nostro Bosca, ricordata dal Novati, dava interessanti particolari sul culto onde a Colonia erano oggetto quei corpi: ogni sette anni dal fondo dell'Ungheria venivano a quella città per venerarli circa cinquemila persone. (97) Allude al Decreto di Graziano, parte II, causa XXIV, questione I, capo 32. (98) Quanto Bonvesino scrive in questo punto è copiato letteralmente dall'Historia mediolanensis di Landolfo. Nel citare la fonte ha scambiato il suo autore con Arnolfo. (99) Allude all'opera di Benzointitolata: Ad Henricum imperatorem, libri VIII. (100) Nel citato Decreto di Graziano, parte I, dist. XVII. e VI. Il passo del Decreto di Graziano nel testo di Bonvesino, quale è riprodotto dal Novati, suona così : "Hoc quoque notandum est quod hoc in Concilio et in alia Sinodo Simachi Papa ante Ravenatem episoopum nullum episcopum suscripsisse et respondisse legitur". Novati non s'é accorto che il detto passo viene a dire precisamente il contrario di quanto Bonvesino asserisce. Tutto è dipeso dall'aver letto "nullum episcopum" al posto di "mediolanensis episcopus" Il sottoscrivere si riferisce alla firma dei decreti formulati nei Concilii e il rispondere al prender la parola alla discussione: e l'una e l'altra cosa i vescovi facevano seguendo l'ordine del loro grado. (101) Questa lettera