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Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/18

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provenzali si ispira sempre a soggetti amorosi, Bonvesino chiama a disputare le più svariate cose: l’uomo, la divinità, il demonio, gli animali, le piante e perfino i mesi dell’anno; fatti per esser recitati nei trivii, questi poemetti hanno in sè tutti gli elementi per interessare e commuovere le credule plebi or raccogliendole in cupo terrore, or muovendole al riso.

Il più originale e drammatico è quello tra il diavolo e la Vergine. Il diavolo si lamenta perchè la Vergine lo perseguiti strappandogli la preda dei peccatori:


     Lo meo guadanio per forza me tolle a mal meo grao.
Quand’eo me crego un misero haver aguadenao,
Maria me tolle la predha; quella nom lassa in stao;
da quella femena sola eo no posso esse aiao:
oi guai a mi dolente, com sont vituperao.

La Madonna ribatte che ella non fa ingiustizia ma opera di misericordia,perchè il peccatore, quantunque traviato, è sempre figlio di Dio:


     Adoneca s’eo te tolio l’hom k’è partio da deo
no tolio, segondo justisia, se no pur quel k’è meo...
donca no te fazo eo torto, tu Satanax traitor,
s’eo tro a penitentia quel miser peccaor...

Satanasso fa il loico svolgendo, per altro, una logica sì calda e appassionata da