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Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/93

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molti altri usi, e legna da ardere in tanta abbondanza che, solo in città, se ne bruciano ogni anno più di centocinquantamila carri. X. (*) - Vo' dire una cosa che, agli intelligenti sembrerà un miracolo: l'olio, e anche quello che abusivamente dicesi composito, in qualche parte de' nostri campi si creano sopra le fave. Inoltre sotto i trepiedi e i piatti nascono le tovaglie e le portate di più qualità sopra le stesse tovaglie. Abbondante nasce l'olio col cui aiuto d'inverno si filan le tovaglie nel fuso, si riducon quindi nell'arcolaio, poi nel gomitolo, quindi si tessono. Di tale verità io son persuaso, quantunque sembri vagare per anfibologiche latebre. Ho scritto così perchè i ciechi non vedan nulla e i perspicaci, ben riflettendo, capiscano. XI. - Affluiscono a Milano, come a un ricettacolo di tutti i beni temporali, pane, vino e saporite carni d'ogni qualità. Secondo un accurato calcolo da me fatto col concorso di alcuni macellai, in ciascuno dei giorni in cui

(*) Per non sopprimere nulla del testo di Bonvesino ho tradotto anche queste facezie anfibologiche, quantunque io non le abbia capite, come non le ha capite il Novati, e sia persuaso che altri difficilmente potrà capirle. Era di moda, a quel tempo, fra i grammatici di rallegrare ogni tanto i lettori con qualche facezia, anche scurrile. E Bonvesino sembra esservisi una volta tanto uniformato.