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Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/119

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(Commenti). Onde l’Italia, concorde con gli alleati, plaudì al Sovrano della Russia quando egli testé confermò le guarentigie dell’unità e dell’autonomia a tutte le popolazioni della Polonia. (Approvazioni).

Di contro, gli Imperi centrali ne riconfermarono lo smembramento e violando il diritto delle genti mutarono la pura occupazione militare in un trasferimento di sovranità. Costringono così, con incredibile prepotenza, i popoli polacchi a combattere contro lo Stato del quale in diritto fanno parte. Per simili fatti il Governo italiano, unitamente agli Alleati, fece formale protesta presso i Governi degli Stati neutrali. (Approvazioni).

Nè basta. Con arbitrarie inumane oppressioni l’Impero che occupa materialmente il Belgio fa nuovo strazio di quei popoli con le violente deportazioni in massa e col lavoro forzoso imposto dai vincitori ai vinti fuori del loro territorio. Il Governo belga ci denunziò simile ritorno ai remoti barbari tempi. L’Italia nostra leva alto il grido della riprovazione e dello sdegno, che è grido universale, ed augura prossima alla nobile nazione belga la restaurazione della sua indipendenza, il premio dovuto al suo sacrifìcio sublime. (Vivissimi generali prolungati applausi. — Grida di: Viva il Belgio!)

In mezzo a tanta ira di violenti oppressori e di eccessi inumani l’Italia non scordò la temperanza generosa e la santità delle sue tradizioni, non scordò di essere la patria del diritto internazionale e la primogenita della civiltà. Offesi sui mari, dall’aria, con la più assoluta assenza di scrupoli nella scelta dei mezzi, le nostre rappresaglie, si attennero ai dettami della giustizia, al sentimento inviolabile della nostra dignità.