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tria sempre congiunse l’amicizia verso l’Italia, precorrendo col pensiero e col desiderio gli attuali auspicatissimi eventi. Dell’Italia voi conosceste fin dalla vostra gioventù i monumenti e la storia; nei vostri preclari libri è frequente il riflesso della romana classicità; e poichè siete un americano perfetto avete con noi quella parentela innamorata dell’arte che tanto stringe insieme il genio dei due popoli, quella parentela ideale per cui nella poesia di Longfellow è tanta concordia coll’anima italiana.

Dal vostro Paese, esempio di ogni energia nel lavoro, di ogni iniziativa nel progresso; dal vostro Paese sempre eroico e vittorioso quando affrontò i cimenti della guerra: dal vostro Paese viene oggi l’affermazione sublime del diritto, il verbo che rivendica insuperabilmente le sante ragioni della umanità.

Giorgio Washington nel discorso perennemente mememorabile che pronunziò deponendo il supremo comando palesava come si fosse risolto a capitanare la lotta solo allora quando gli apparve pienamente luminosa la rettitudine della causa per cui moveva a combattere. La eccelsa tradizione di Washington rivive intiera nel Presidente Wilson; anima oggi ardentemente tutto il popolo americano.

Voi sapete, Ambasciatore d’America, amico dell’Italia, voi sapete come l’Italia, che ha istituzioni di libertà uguali essenzialmente a quelle del vostro Paese, scese in guerra, per impulso di alte idealità nazionali e civili. E voi vedete come l’Italia, con le gesta dei suoi combattenti, con la forza delle sue industrie, con la robu-